Storia

 

Erano anni che non tornavo in questa vecchia città…Britain, la capitale, dove sono nato…E' passato molto tempo dall'ultima volta che l'ho visto, saranno 10 anni ormai…no ma che dico, almeno 15! Cosa vorrà da me? Perché mi sta cercando? Mah…
Vagavo per la città, in cerca di quella misteriosa locanda: “La locanda del Don”. Ora si faceva chiamare così, Don…è buffo, quando eravamo piccoli lui per me era semplicemente Rosà, chissà ora…non so neanche se dargli del tu del voi del lei…mah…Eccola! Finalmente la trovai. Beh, non sembra niente male, deve aver fatto tanta strada. Sorrisi ripensando ai vecchi tempi. Poi mi decisi, ed entrai. Era un grande locale, ben illuminato. C'erano una decina di persone, tutte si voltarono e mi guardarono un po' male, quasi mi misi paura. Poi lo scorsi: era invecchiato, ma non troppo; aveva i capelli più lunghi, ma sempre quegli occhi un po' socchiusi, un po' pensierosi, come se chissà cosa stesse escogitando in continuazione. Lo salutai, mi fece un cenno, lo raggiunsi. Un rapido abbraccio, poi mi disse di seguirlo. Entrammo in uno stanzino buio, una specie di ripostiglio. Ero un po' perplesso. Tutti quei silenzi, anni interi senza avere nessuna sua notizia, e poi quella lettera di aiuto. Cosa vorrà? D'un tratto si chinò, tolse il tappeto, ed aprì una botola, o quello che era. Scendemmo delle scale a chiocciola molto ripide, e mi ritrovai in uno stanzone gigantesco. Ero sbalordito, sembrava una specie di stanza segreta: armi, armature, bracciali, anelli, vestiti e quanto si possa cercare in un magazzino. Camminammo ancora, e qui rimasi veramente di stucco: entrammo in una stanza: era piena di uomini che brindavano intorno ad un tavolo, che sopra aveva solo una cartina con disegnata la mappa di Britain. Erano uomini di ogni razza e tipo, di ogni statura e ogni corporatura, e pure sembravano così uniti. Poi mi portò in un angolino, e, finalmente, mi rivolse la parola. “Come stai mio vecchio amico? Sono contento che tu sia venuto…so che ti è sembrato strano tutto questo, so che il mio messaggio era poco chiaro, ma finalmente l'ho realizzato…” – “Sto bene Rosario, e tu? Noto che ti sei ben sistemato, è una gran bella locanda! So che era il tuo sogno fin da piccolo ne?”. Mi guardò stranito. Poi scoppiò in una fragorosa risata. Sorrisi anche io inconsapevole. “Ma quale locanda e locanda! Ahahhahahaha! Dimmi Jonny, veramente non ricordi quale fosse il mio sogno? Quale fosse il NOSTRO sogno?”. Non capivo. Mi offrì un boccale di birra. “Bevi alla nostra salute, magari ti torna la memoria!”. E giù a bere e ridere ricordando i vecchi tempi. Poi uscimmo da quello strano posto. Tornammo in quel magazzino, e poi mi portò in un'altra scala. Sbucammo in un vicoletto proprio accanto alla piazza. Rimasi di stucco. “Ti piace questo passaggio eh?”. Sorrise. Tornammo indietro alla sua locanda, e intanto cercò di farmi ricordare “Veramente non ricordi? Il nostro sogno? Non ci credo! Sei diventato un vecchio babbalucco!”. Ridevamo e scherzavamo. Arrivati al porto diventò serio tutto d'un tratto. Lo guardai. Poi lui indicò un punto all'orizzonte, e con l'indice disteso mi disse “Noi conquisteremo il mondo”. Fu allora che ricordai. Fu allora che ricordai cos'era il nostro sogno. La conquista del mondo. Un sogno stupido, che fa ogni bambino. E pure ora eravamo cresciuti, e lui non stava di certo scherzando. Gli chiesi spiegazioni. Cominciò a raccontarmi di tutto ciò che aveva fatto fin'ora, delle numerose rapine riuscite, dei numerosi omicidi per conto di baroni, e, soprattutto, della costituzione della BoS. Mi aveva spiegato che era un'associazione, ma più che un'associazione era una gilda, ma più che una gilda, era un ritrovo di gente piuttosto “schizzata”…all'inizio non capii. Man mano che raccontava i suoi occhi diventavano sempre più colmi di gioia, era all'apice. Non me lo ricordavo così. Poi mi disse: “Dimmi Jonny, perché credi che ti abbia chiamato?” – “Non saprei Rosà, mi volevi informare dei tuoi progetti?” – “Sempre il solito scemo eh? – sorrise – No Jonny, voglio che tu sia il mio braccio destro. Ciò che ti ho detto fin'ora è stata solo la prefazione, il libro deve ancora essere scritto. Io e te, come 15 anni fa, come una volta rubavamo le monete ai cavalieri erranti, così ora deruberemo castelli interi, gilde, case private, e perché no, il re in persona. Voglio conquistare il mondo Jonny.” Il suo sguardo cambiò completamente: ora era serio, fiero, e felice. Sembrava più che convinto di ciò che diceva. “Certo conquistare il mondo è una prospettiva lunga, ma io e la mia squadra siamo pronti.” Continuò. “Siamo molti, ben organizzati, molto volenterosi, ed abbiamo tutto ciò che ci serve. Passaggi segreti, mappe, armi, armature. Il nostro primo obbiettivo? Semplice: la conquista della capitale. Cominceremo dalle fogne, cominceremo dai quartieri malfamati, cominceremo dalle case dei poveri. In poco tempo tutto questo sarà nostro. Agiremo come i vampiri, nell'ombra. Saremo agili e veloci come i migliori arcieri, ma potenti e rozzi come i peggiori mercenari. Noi saremo la Mano delle Ombre (*BoS, Blow of Shadow*). Vieni con me, unisciti a noi. Ora abbiamo le possibilità per realizzare il sogno che tanto tempo fa ci sembrava assurdo.
Ora devo scappare mio vecchio amico, domani abbiamo un grande colpo. Andiamo a derubare quei ricconi dei Von Callister. Alle 24.00 in punto ci ritroveremo nel magazzino segreto, io e i ragazzi. Se sei dei nostri, vieni lì. Ti aspetterò, so che non mi deluderai.” Detto questo corse via, girò l'angolo, e in un attimo lo persi. Mano delle Ombre…ce l'ha fatta davvero, è riuscito veramente a costituire un'organizzazione criminale così grande? E io, io, che devo fare? In fondo, nella mia vita, non ho mai concluso granchè…e finalmente avrei l'occasione di rifarmi. Ma dovrei diventare un criminale, un assassino. Andai in una delle numerose locande. Non cenai neanche. In camera, per tutta la notte, non riuscii a chiudere occhio.
L'indomani feci una passeggiata, tornai al porto. Riguardai quel paesaggio, quell'orizzonte infinito, mi rividi bambino, con tutti quei sogni e quella voglia di fare. Decisi.
Due giorni dopo i giornali di tutto il regno riportavano lo stesso titolo: <<Grande rapina a casa Von Callister, ancora un colpo dei BoS, le guardie reali sembrano impotenti>>.
E mentre tutti si domandavano chi fossero o cosa facessero, dove agissero o perché lo facessero, io e Rosario eravamo a tavola a brindare con i miei nuovi compagni, per il clamoroso successo ottenuto.